Violenza di genere e cd. Codice Rosso
- avvfceraso
- 3 dic
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 1 giorno fa
La violenza di genere - e in particolare la violenza agita nei confronti delle donne - rappresenta un tema di forte rilevanza sociale, di cui ultimamente si sente parlare quotidianamente e in ogni dove, dalle trasmissioni radio-televisive ai social networks.
E spesso - ahinoi!- anche a sproposito, senza le adeguate competenze in materia.
Per questo mi piacerebbe fornire delle conoscenze base per capire di cosa stiamo davvero parlando.
Che cos'è la violenza di genere?
Una definizione di violenza di genere ci viene offerta dalla direttiva 2012/29/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2012: "Per violenza di genere s'intende la violenza diretta contro una persona a causa del suo genere, della sua identità di genere o della sua espressione di genere o che colpisce in modo sproporzionato le persone di un particolare genere”, precisando che essa è “una forma di discriminazione e una violazione delle libertà fondamentali della vittima e comprende la violenza nelle relazioni strette, la violenza sessuale (compresi lo stupro, l'aggressione sessuale e le molestie sessuali), la tratta di esseri umani, la schiavitù e varie forme di pratiche dannose, quali i matrimoni forzati, la mutilazione genitale femminile e i cosiddetti «reati d'onore»".
Questa direttiva, tra l’altro, ha previsto che gli Stati membri dell’Unione debbano assicurare misure per proteggere la vittima e i suoi familiari dalla vittimizzazione secondaria e ripetuta, oltre che da intimidazione e ritorsioni, garantendone la protezione fisica e ha disposto che, fatti salvi i diritti della difesa, gli Stati membri provvedono che durante le indagini penali l’audizione della vittima si svolga “senza ritardo” dopo la presentazione della denuncia relativa a un reato.
Al fine di risolvere questa problematica, il nostro legislatore, nell'ultimo decennio, è intervenuto. anche con il cd. Codice Rosso, introducendo nuove fattispecie di reato e aggravando le pene per i reati già previsti, al fine di tutelare maggiormente le vittime.
Cos'è il Codice Rosso?
Il Codice Rosso è la legge 19 luglio 2019, n. 69, “Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e altre disposizioni in materia di tutela delle vittime di violenza domestica e di genere”, entrata in vigore in vigore dal 9 agosto 2019.
Essa introduce un percorso procedimentale preferenziale per alcuni reati (i delitti previsti dagli artt. 572, 609-bis, 609-ter, 609-quater, 609-quinquies, 609-octies, 612 bis e 612-ter cod. pen. ovvero dagli artt. 582 e 583-quinquies cod. pen. nelle ipotesi aggravate ai sensi degli artt. 576, comma primo, numeri 2, 5 e 5.1, e 577, comma primo, numero 1, e comma secondo, del medesimo cod. pen.) reputati “spia” della degenerazione delle relazioni familiari e di quelle, più genericamente, definite “strette”.
Questo percorso si fonda sull’estensione di alcune regole previste per le indagini relative ai reati più gravi o sull’introduzione di nuovi adempimenti istruttori da compiere tempestivamente.
Accanto agli interventi sul codice di rito, sono state compiute alcune modifiche del codice penale, consistenti principalmente nell’inasprimento delle pene dei reati che costituiscono tipiche manifestazioni della rovina delle relazioni domestiche e nell’introduzione di quattro nuove fattispecie:
1) l’art. 387 – bis cod. pen., che punisce la violazione dei provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa;
2) l’art. 558-bis cod. pen., che incrimina la costrizione o l’induzione al matrimonio;
3) l’art. 612-ter cod. pen., che punisce la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti e che mira a reprimere le condotte di cd. revenge porn;
4) l’art. 583-quinquies cod. pen., che incrimina la deformazione dell'aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso.
La ratio della legge è espressa nella relazione di accompagnamento al disegno di legge secondo cui «le […] esigenze di completezza della tutela delle vittime di violenza domestica e di genere, dunque, sono alla base degli interventi di modifica alle norme del codice di procedura penale” e si aggiunge che gli “interventi sul codice di procedura penale [sono] accomunati dall'esigenza di evitare che eventuali stasi, nell'acquisizione e nell'iscrizione delle notizie di reato o nello svolgimento delle indagini preliminari, possano pregiudicare la tempestività di interventi, cautelari o di prevenzione, a tutela della vittima dei reati di maltrattamenti, violenza sessuale, atti persecutori e di lesioni aggravate in quanto commesse in contesti familiari o nell'ambito di relazioni di convivenza».
La velocizzazione delle indagini e dei procedimenti giudiziari
Gli artt. da 1 a 3 della legge n. 69 del 2019 hanno modificato alcune disposizioni del codice di procedura penale allo scopo di garantire la priorità alla trattazione delle indagini in tema di violenza domestica e di genere e l’immediata instaurazione del procedimento penale per pervenire alla rapida adozione dei provvedimenti eventualmente necessari a protezione della vittima. L’obiettivo del legislatore è quello di ridurre o eliminare quella stasi che si determina fra l’acquisizione della notizia di reato da parte della polizia giudiziaria, la sua trasmissione alla Procura della Repubblica competente, l’iscrizione nel registro informatico e, soprattutto, il necessario approfondimento istruttorio al fine di avanzare al GIP, in presenza dei presupposti normativi, la richiesta di applicazione di una misura coercitiva a carico dell’indagato che fosse necessaria.
(Fonte: Relazione 62/19 del 27 ottobre 2019 della CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE -UFFICIO DEL MASSIMARIO E DEL RUOLO.)
In questo ambito offro assistenza sia alla persona offesa, che può rivolgersi all'autorità giudiziaria al fine di tutelarsi e che, nel processo penale, può avere un ruolo attivo, costituendosi parte civile al fine di ottenere un risarcimento del danno patito, sia all'indagato/imputato, garantendo una difesa attenta e rigorosa, anche nei casi complessi e delicati di contestazioni gravi e/o denunce infondate.
Se sei vittima di violenza o sei indagato/imputato per un reato del Codice Rosso e vuoi una consulenza, scrivimi alla mail avv.fceraso@gmail.com o contattami al numero +39 3394424459.

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